Non siamo un gruppo, siamo un team.

Se le dite che ha due rughe in mezzo alla fronte vi risponde che non è l’età, ma è perché pensa e scrive troppo. Serial killer di refusi e di punteggiature senza senso, da buona copy le esce un nuovo capello bianco per ogni sgrammaticatura che legge. La mattina beve una tisana bollente allo zenzero nella tazza a forma di unicorno davanti al pannello di controllo di Google Ads e di Seo Zoom. Prende appunti con carta e penna e sulla sua scrivania niente è al suo posto ma ‘tutto è sotto controllo’.
Si occuperà per voi di: Strategia, copywriting, campagne ads.

Se vuoi ucciderlo presentati così ‘Ciao sono un programmatore. Programmo in HTML’. Ascolta tutto in 2x, messaggi, tutorial e serie tv. Quando sei al pc con lui e stai iniziando a leggere la prima riga di una scheda, lui ne ha già aperte altre 4, ha già risposto a 2 e-mail e ha fatto anche il caffè per entrambi. Le 404 con lui hanno vita breve, mangia cookie a colazione, pranzo e cena, litiga con l’AI, ma poi ci fa pace e tornano a essere ottimi colleghi.
Si occuperà per voi di: programmazione, GDPR.

Il suo berretto è la sua coperta di Linus. Lo protegge da tutto tranne che dalla sua ipercondria, che lo fa sentire malato terminale dopo tre starnuti di fila. È diventato un milanese imbruttito, ma non diteglielo, perché lui crede ancora con fierezza di sembrare un pugliese. Torna tutti i mesi nel profondo sud e si collega da remoto con sfondo vista mare per diventare ufficialmente il più odiato dell’agenzia. Vettorializza e trasforma in 3D qualsiasi cosa gli passi tra le mani.
Si occuperà per voi di: Graphic design, modellazione 3D.

Toglietele tutto, ma non la palette colori sulla sua scrivania. E nemmeno la bottiglia di rosé. Parla da sola davanti al suo Mac mentre si appassiona per le ultime tendenze su Behance e Dribbble e tra un ‘figo questo’ e un ‘lo voglio anch’io’ riesce a capire come dare forma e colore alle idee più strampalate dei clienti più confusi. Il suo desktop è una sinfonia organizzata di gattini al posto delle icone, in un caos cosmico in cui tutto è precisamente collocato e maniacalmente organizzato.
Comfort zone: web design.

Aplomb: e non ci riferiamo solo alle sue giacche, ma soprattutto alla sua compostezza. Mai un abito spiegazzato o un capello fuori posto anche dopo shooting che metterebbero alla prova un reale inglese. Il garbo, con cui ti fa capire che è proprio ora di andartene a quel paese, commuove. Sarà la fede buddhista o il suo mantra ‘ogni cosa è illuminata’, fatto sta che gli invidiamo un po’ tutti il suo approccio zen e quel drone addomesticato che lo segue ovunque.