Dissing Tony Effe vs. Fedez, la più grande operazione di marketing del momento.

Graffiti rosa con stelle gialle
Ilaria Rossetti
Ilaria Rossetti
marketing
26 Set 2024
Tempo di lettura: 7 minuti
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Diteci che non avete pensato almeno per un momento che il dissing di cui tanto si parla non rappresenti una grande e riuscita operazione di marketing. 

Beh se davvero l’idea non vi ha minimamente sfiorato vi diamo qualche numero: quasi 110.000 follower in più per Niky Savage, + 50.000 circa per Fedez (che era in perdita nei mesi precedenti), oltre 260.000 per Tony Effe. E se parliamo di visualizzazioni delle performance tanto chiacchierate i dati lasciano proprio immaginare che questa battaglia a suon di barre non l’abbia persa nessuno. Anzi. Il video di Tony Effe del format 64 Barre di Red Bull ha generato 2 milioni di views, mentre quello di Fedez è primo in tendenze su YouTube con oltre 3 milioni di visualizzazioni.

Verrebbe quasi da immaginare i due rivali a cena insieme, che se la ridono e brindano al successo alla faccia di tutti i fan indignati e schierati chi per uno, chi per l’altro.

Cos’è il dissing?

Il dissing può essere una strofa o un intero brano che ha come obiettivo quello di insultare e denigrare un altro artista. Spesso è preceduto da un beef, una situazione problematica e di screzi che può sfociare, appunto, in dissing e talvolta trasformarsi in una vera e propria faida tra rapper

In realtà i beef più famosi hanno coinvolto intere fazioni, come quello tra East e West Coast, che ha visto le due parti in causa indirizzarsi addirittura intimidazioni e assumere connotati talmente violenti da concludersi con un episodio tragico: la morte di Tupac e Notorious B.I.G., uccisi rispettivamente dalla fazione rivale. 

Rivalità vera o strategia?

l dissing può effettivamente essere considerato una grande operazione di marketing nel mondo della musica, specialmente nel rap e nell’hip-hop. Sebbene nasca come espressione genuina di rivalità o disaccordo tra artisti, spesso viene utilizzato strategicamente per attirare l’attenzione del pubblico e dei media, generando interesse e aumentando la popolarità di tutti i soggetti coinvolti.

Cosa garantisce un dissing ben orchestrato e promosso a dovere?

Visibilità aumentata

Le faide pubbliche creano buzz mediatico. I media tendono a coprire le rivalità tra artisti, dando loro maggiore esposizione.

Coinvolgimento del pubblico

I fan si schierano, discutono sui social media e seguono attentamente gli sviluppi, aumentando l’engagement e la viralità dei contenuti.

Aumento delle vendite e dello streaming

La curiosità spinge le persone ad ascoltare le tracce coinvolte nel dissing, incrementando lo streaming e le vendite.

Narrazione coinvolgente

Una rivalità crea una storia avvincente che può mantenere l’interesse del pubblico nel tempo.

Tutti elementi che lasciano proprio pensare a un’operazione studiata a tavolino, che arreca evidenti vantaggi a entrambe le fazioni in gara. ‘Nel bene o nel male purché se ne parli’. Non importa quanto dissacranti e offensivi siano i testi, né tanto meno quanto possano gettare in cattiva luce la controparte. Il fine giustifica i mezzi, mai come in questa guerra. 

Esempi di dissing come operazioni di marketing

Jay-Z vs. Nas: La loro faida ha alimentato discussioni per anni, aumentando le vendite dei loro album e consolidando la loro posizione nella scena musicale. Nei primi anni 2000, questi due giganti del rap newyorkese si sono scambiati una serie di dissing attraverso brani come “Takeover” (Jay-Z) e “Ether” (Nas). La rivalità ha messo in luce le loro abilità liriche e ha avuto un impatto significativo sulla scena hip-hop.

Eminem vs. Machine Gun Kelly: La loro disputa ha generato milioni di visualizzazioni su YouTube e ha dominato le conversazioni online, beneficiando entrambi gli artisti in termini di visibilità. Una disputa più recente, iniziata nel 2018, che ha visto i due rapper scambiarsi frecciate in canzoni come “Rap Devil” (MGK) e “Killshot” (Eminem).

Drake vs. Pusha T: Questo scontro ha creato un enorme interesse mediatico, con canzoni che hanno scalato le classifiche grazie all’attenzione ricevuta.

Origini del dissing

La storia del dissing è strettamente legata all’evoluzione della cultura hip-hop, nata nei quartieri di New York negli anni ’70. Il termine “dissing”, appartenente a uno slang afro-americano, deriva da “disrespecting” e si riferisce a un insulto o a una critica diretta verso un’altra persona, spesso espressa attraverso testi musicali. Questa pratica è diventata una componente fondamentale del rap, dove gli artisti utilizzano le parole per affermare la propria superiorità artistica o per rispondere a provocazioni.

Le origini del dissing possono quindi essere rintracciate nelle battaglie rap (rap battles), dove gli MC (Master of Ceremonies) si sfidavano in competizioni verbali improvvisate. Queste battaglie erano un modo per dimostrare abilità liriche, creatività e presenza scenica. Il dissing, in questo contesto, era uno strumento per guadagnare rispetto e prestigio all’interno della comunità hip-hop.

Precedenti storici: il dissing ha degli antenati.

Nessuno ha inventato nulla. Le competizioni verbali e i duelli a colpi di frecciatine sono storia antica. I Playing the Dozens rappresentano una tradizione afroamericana, in cui i partecipanti si scambiavano insulti in rima in modo giocoso, spesso coinvolgendo membri della famiglia per aumentare la posta in gioco. Così come i Flyting, pratica scozzese e inglese del XV e XVI secolo, consistente in duelli verbali poetici pieni di insulti e provocazioni.

E come non ricordare che nel Medioevo, i trovatori e i menestrelli si sfidavano in tenson o partimen, veri e propri dibattiti poetici dove mettevano alla prova le proprie abilità letterarie.

Infine, autori come Jonathan Swift e Voltaire utilizzavano la satira per criticare e deridere avversari politici o intellettuali, creando opere che univano l’arte letteraria alla critica sociale.

Insomma il dissing non è di certo cosa nuova. Nuovi – e in qualche caso decisamente allarmanti – sono invece i contenuti dei testi che vi si leggono. Ma non siamo di certo qui per entrare nel merito di considerazioni morali o per scandalizzarci per gli epiteti che si ripetono in quelli che sono diventati, al di là di tutto, fenomeni sociali a tutti gli effetti.

I Dissing più famosi

Oltre ai già citati esempi, ci sono stati altri dissing passati alla storia per l’impatto mediatico che hanno avuto.

Tupac Shakur vs. The Notorious B.I.G

Una delle rivalità più celebri nella storia dell’hip-hop. Il brano “Hit ‘Em Up” di Tupac è uno dei dissing più noti, dove l’artista attacca direttamente Biggie e la scena East Coast, alimentando la faida tra East e West Coast negli anni ’90.

50 Cent vs. Ja Rule

Una lunga faida che ha portato a numerosi dissing da entrambe le parti, influenzando le rispettive carriere e la scena rap dell’epoca. Celebre ormai è l’attività sul profilo Instagram di 50 Cent che ha dichiarato con un postHo appena comprato 200 biglietti in prima fila – per un concerto di Ja Rule – per farli restare vuoti LOL.”

Eminem vs. Snoop Dogg

Un lungo dissing con lieto fine, dal momento che ha portato poi a una collaborazione per un album. Ricordiamo una delle strofe più dissacranti che ‘the great white hope’ (come Snoop definisce il collega) rivolge al rivale:

«Last thing I need is Snoop doggin’ me / Man, Dogg, you was like a (Yeah) damn god to me / Nah, not really (Haha) / I had dog backwards»

“L’ultima cosa di cui ho bisogno è che Snoop faccia il cane rabbioso con me / Amico, eri un cazzo di Dio per me /Nah, in realtà no / ho solo scritto per sbaglio “Dog” al contrario”.

Dissing all’italiana

Non sono mancate le querelle all’italiana, che hanno visto coinvolti diversi artisti del nostro panorama musicale. Come quella di Fabri Fibra vs. Vacca. I due artisti, che erano inizialmente collaboratori, hanno poi iniziato a scontrarsi pubblicamente per una serie di incomprensioni personali e professionali. Con ‘Il diavolo non esiste’ e ‘Venerdì 17’ hanno dato vita a una faida che è durata diversi anni, con scambi di frecciate sia attraverso i testi dei loro brani sia sui social media.

Altro celebre duello a suon di strofe è quello tra Marracash e Luchè. Nel 2019, tensioni artistiche hanno portato a un confronto tra i due rapper. Il rapper siciliano punzecchia il collega napoletano con alcuni riferimenti nel suo album “Persona” Luchè risponde attraverso storie su Instagram e interviste.

Non solo marketing: quando alla base c’è un’ideologia 

Tra tutti i dissing che hanno avuto un risvolto anche in termini di visibilità, ma che sono stati generati da ideali più nobili, è degno di nota quello tra Kendrick Lamar e Drake. Lo scontro tra i due ha stimolato, infatti, un dibattito più ampio sulla direzione dell’hip-hop, mettendo in luce temi come l’integrità artistica, la commercializzazione e l’evoluzione del genere. Kendrick è spesso associato a un approccio più lirico e concettuale, mentre Drake è noto per la sua versatilità e l’abilità nel creare hit mainstream.

La battaglia rap tra i due artisti, quindi, è motivata da ragioni meno banali di quelle che normalmente alimentano i beef, troppo spesso risultati di azioni e strategie perpetrate da un’industria musicale ben lontana da qualsiasi velleità ideologica. Il caso di Drake e Kendrick ha invece tutte le sembianze di una diatriba che supera le differenze tra i due rapper, traducendosi in una querelle che trova le sue radici in una vera e propria guerra intestina e da due visioni diametralmente opposte nella community dell’hip hop.

Dissing e instant marketing

Il fenomeno del dissing, un po’ come abbiamo visto per i meme, non è solo un’espressione culturale radicata nella musica e nei social media, ma è diventato anche un potente strumento di instant marketing. Le aziende più lungimiranti sfruttano la natura virale e l’attenzione immediata che il dissing può generare per creare contenuti che risuonano con il pubblico in tempo reale. Questo connubio tra dissing e marketing istantaneo evidenzia come le strategie di comunicazione si stiano evolvendo, abbracciando le tendenze contemporanee per stabilire connessioni più profonde e autentiche con i consumatori, e rivelando come una conoscenza approfondita degli ultimi trend possa fare, mai come oggi, la differenza.

Ilaria Rossetti
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